Musei il MaraisMusei il Marais

Il Marais si trova nel cuore della Parigi storica. La parte essenziale del quartiere, oggi patrimonio protetto, fu edificata nel corso dei secoli XVII e XVIII. All’origine della storia di Parigi, circa 2000 anni fa, quest’area, costruita su un terreno umido e instabile, era particolarmente insalubre. È da queste origini che il quartiere prende il suo nome. Oggi, il III e il IV arrondissement occupano l’intero quartiere del Marais. È divenuto uno dei quartieri più trendy della capitale e, logicamente, uno dei più cari. Nel corso degli ultimi 30 anni, il Comune di Parigi, con la collaborazione del governo francese, si è impegnato ad attuare opere di riqualificazione del quartiere, restaurando e riabilitando numerosi hôtel particulier aristocratici nonché altri monumenti di un certo valore sia storico che artistico che costellano questa zona da lungo tempo abbandonata.

In questo quartiere, vi troverete in prossimità immediata di alcuni fra i più interessanti musei della capitale. Il primo da visitare è, senza dubbio, il Museo Carnavalet, a rue de Sévigné, che vi farà scoprire la storia di Parigi. Attraverso numerosi dipinti, mobili e oggetti vari, potrete comprendere l’evoluzione di Parigi attraverso i secoli, dal Medioevo al XIX secolo. Anche l’Hôtel Salé, oggi sede del Museo Picasso, proprio lì a due passi, non è da meno. 
Se la vostra intenzione, poi, è di rimanere un po’ più di un week-end all’interno di questo magnifico quartiere, ecco una lista di musei ugualmente interessanti da visitare che vi faranno apprezzare la diversità dell’offerta culturale parigina. I musei gestiti dalla città di Parigi sono gratuiti.

La Casa di Victor Hugo Maison de Victor Hugo, Place des Vosges, Paris, France 01 42 72 10 16 Métro: Bastille, Saint-Paul ou Chemin-Vert
Bus: 20, 29, 69, 76, 96
Open Tuesdays to Sundays between 10 am and 6 pm, last admissions at 5:40 pm http://maisonsvictorhugo.paris.fr/en

L’hôtel de Rohan-Guemenée fu fatto costruire da Isaac Arnauld, consigliere del re e amministratore delle finanze a cui fu attribuito il lotto nel 1605, esattamente dov’era ubicato il Parc de Tournelles. Nel 1609 questa residenza diviene proprietà di Louis Rohan, Principe di Guémenée e resto in possesso della sua famiglia fino al 1784. Messo in vendita, fu allora acquistato da Jacques Desmary, poi dalla famiglia Léon de Saint Gilles nel 1797. Nel 1873 fu donato alla città di Parigi dai suoi discendenti che ne fece una scuola elementare.

Nel 1832, all’epoca del ripetizione dello spettacolo teatrale “Il re si diverte”, Victor Hugo si stabilisce a place Royale (oggi battezzata Place des Vosges) che divenne rapidamente un luogo di incontro molto rinomato dove i suoi numerosi amici, fra i quali Charles Nordier o Théophile Gautier, amavano incontrarsi. Il 12 luglio 1832, Victor Hugo firmò un contratto  d’affitto dell’appartamento con presa possesso effettiva il 1 gennaio 1833, che comprendeva un appartamento al secondo piano situato a 6 place Royale, un’anticamera, una sala da pranzo, un atelier con cucina che affacciava sulla corte, diverse camere all’interno di una delle ali rese accessibili da un corridoio, una piccola scala, 3 camere di servizio e una cantina.

La visita dell’appartamento, la cui superficie è di 280 mq, presenta tre periodi della vita di Victor Hugo: prima, durante e dopo l’esilio. L’anticamera evoca gli anni della giovinezza del poeta, prima del suo matrimonio con Adèle Faucher e la nascita dei loro figli. Il salone ricalca gli anni durante i quali la famiglia visse a place Royale. In questo appartamento Victor Hugo ricevette i suoi numerosi amici, a capo del movimento romantico.

Il salone cinese e la sala da pranzo, che rievocano il periodo dell’esilio, sono d’ispirazione medioevale. Questo decoro venne concepito da Victor Hugo per la casa di Juliette Drouet, sua amante, a Guernesey. Il pezzi presenti al loro interno rivelano i talenti del poeta per la decorazione di interni che si rifanno completamente alla decorazione della casa di Hauteville.
Subito dopo la sala da pranzo, scoprirete una stanzetta che fungeva da ufficio di Victor Hugo, dove si trova una selezione di fotografie dell’atelier di Jersey (1852-1855), scattate all’inizio dell’esilio del poeta e di Auguste Vacquerie.

Le camere dedicate al ritorno dall’esilio di Victor Hugo, nel 1870, illustrano il poeta celebrato dalla Terza Repubblica che si installò a rue de Clichy, in seguito, nel 1878, a Avenue d’Eylau, prima di essere ribattezzata Avenue Victor Hugo nel 1881. L’ultima stanza dell’appartamento, donazione dei suoi figli più piccoli, George e Jeanne, è una ricostruzione fedele della camera dove Victor Hugo morì il 22 maggio 1885. Victor Hugo si trasferì in questo appartamento con la moglie Adèle e i suoi 4 figli all’età di 30 anni. Aveva già conosciuto la famosa “bataille d’Hernani » ed era già celebre con il successo di Notre Dame de Paris (1831). In questo appartamento scrive Maria Tudor, Ruy Blas, Les Burgraves, I canti del crepuscolo, Le voci interiori, I raggi e le ombre e, anche, una buona parte dei Miserabili, delle Leggende e delle Contemplazioni.
La casa di Victor Hugo riceve oltre 120 000 visitatori l’anno. Nel corso degli ultimi 3 anni, l’afflusso di visitatori in questo luogo non ha arrestato la sua crescita, nonostante alcuni periodi di chiusura dovuti a lavori di manutenzione, installazione e rinnovo. La novità consiste nell’aggiunta di uno spazio d’accoglienza per gruppi e di un accesso alla casa-museo per persone disabili. Il primo piano, che presenta una disposizione simile a quella dell’appartamento, ha conosciuto numerose trasformazioni, ed è stato spesso utilizzato come location per esposizioni temporanee  o per l’organizzazione di eventi per la raccolta di fondi.

Musée des Arts et Métiers Musée des Arts et Métiers 60 Rue Réaumur 75003 Paris Métro : Arts-et-Métiers - Réaumur-Sébastopol Bus : 20, 38, 47 http://www.arts-et-metiers.net/

Situato all’interno dell’antica abbazia di Saint Martin des Champs, il Conservatoire des Arts et Métiers fu fondato durante la Rivoluzione francese. Interamente restaurato nel 2000 da Bernard Fonquernie, architetto responsabile per i monumenti storici, è divenuto uno dei musei principali dedicato all’ingegneria umana. Potrete anche ammirare nell’antica cappella aerei e macchine in sospensione nell’aria!

La collezione permanente permette di viaggiare attraverso le tecniche antiche e attuali. La collezione è organizzata intorno 7 diversi poli d’interesse: strumenti scientifici, materiali, costruzione, consumo, energia, meccanica e trasporti. All’interno di ciascun dipartimento, l’evoluzione viene presentata in maniera cronologica. Fra i numerosi oggetti d’arte, d’artigianato e di orologeria, potrete, inoltre, ammirare una replica delle statua della libertà e un modello originale del pendolo di Foucault. Non esitate a fare una pausa al caffè – ristorante, aperto d’estate su una terrazza scoperta.

Hôtel Hénault de Cantobre 82-84 Rue François Miron, Paris, France http://www.mep-fr.org/

L’edificio che ospita il museo, che si trova a 82 rue François Miron, fu costruito nel 1706 per Hénault de Cantobre, un esattore delle imposte, ed è un perfetto esempio dell’architettura classica del XVIII secolo. La dimora è appartenuta alla famiglia Gayet fino alla Rivoluzione, in seguito venne ceduto nel 1792 ad Antoine Pezet de Corval, che lo rivendette nel 1793 a Didier de la Borne. I discendenti di questa famiglia lo mantennero fino al 1842. Più tardi, l’edificio è divenuto proprietà della città di Parigi. La parte che affaccia sulla strada, gli oggetti in ferro e la scalinata sono stati iscritti nel registro dei monumenti storici. Un importante lavoro di restauro interno fu intrapreso.

Nel 1988, la città di Parigi scelse l’Hôtel de Camtobre per ospitare la Maison Europea della Fotografia. Per permettere a quest’edificio di accogliere questa importante istituzione culturale e renderlo compatibile con i bisogni inerenti alla sua destinazione, vennero scelti gli architetti Bernard Deroeux e Olivier Foures per preparare uno studio di fattibilità.

Lo studio dell’architetto Yves Lion vinse il bando per il restauro dello stabile, preservando lo charme e l’autenticità di questo edificio storico, il progetto prevedeva al contempo di facilitare la fluidità nella circolazione interna indispensabile ai bisogni di un’istituzione moderna.

Situato nel cuore della Parigi storica, il Museo è uno dei luoghi principali consacrati alla fotografia contemporanea, dispone di uno spazio espositivo, di un auditorium, di una vasta libreria, di uno studio di proiezione di documenti visivi con una vasta selezione di film e di fotografie. Questa istituzione è stata concepita in maniera da permettere al pubblico di accedere a 3 forme fotografiche: l’esposizione di foto, le edizioni e i film.

Gli appassionati di fotografia potranno così ammirare, disposti su tre piani di esposizione, la collezione permanente, ricca di numerose opere dei più grandi fotografi che hanno influenzato la fotografia mondiale, quali, ad esempio, Robert Frank, Joseph Koudelka, Raymond Depardon o, ancora, Martin Parr. Un’intera galleria è consacrata a  Irving Penn, uno dei fotografi più stimati della seconda metà del XX secolo.

Le esposizioni temporanee concernono tanto la fotografia di moda quanto la foto giornalistica o la foto artistica. Spesso vengono anche organizzate retrospettive monografiche.

 

CORRERE CON I CERVI NEL CUORE DEL MARAIS

Riapertura del Museo della caccia al pubblico, compresi, forse gli amici delle bestie, di Paige Dorkins, tradotto dall’inglese da Michele Citro.
 
IRiapertura del Museo della caccia al pubblico, compresi, forseNel febbraio 2007, dopo due anni di chiusura, il Museo della Caccia e della Natura apre di nuovo le sue porte per rivelare al pubblico un’opera di restauro completa e una nuova presentazione delle sue collezioni. Non aspettatevi di scoprire un omaggio anacronistico a una cultura maschilista. Delle linee chiare e una pietra bianca evidenziano sottili dettagli che evocano l’universo della foresta: i passamano delle scalinate rievocano squame, pelli e artigli, un insieme di corna di cervo fuoriesce dal soffitto, l’illuminazione è smorzata…I tradizionali trofei di caccia e i dipinti classici si fondono armoniosamente con istallazioni contemporanee. Un orso imbalsamato sta in equilibrio su una campana, collari per cani d’oro lavorato sono esposti in un cabinet di curiosità e una miriade di penne di gufo tappezzano e abbelliscono il soffitto.

Ogni salone, in fila, invita il visitatore a riflettere sul senso profondo e antico, spesso mistico, della relazione che esiste tra l’essere umano e la natura selvaggia, che è stata cacciata, addomesticata o deificata.
Il salone del cervo e del lupo evoca, per esempio, la simbologia medioevale in cui il cervo rappresenta il Cristo e il lupo il diavolo. Questa esperienza “museale” è al contempo estetica e commovente, ma per nulla antropologica. Non vi sono tentativi di attenuare la realtà della forza bruta e della sofferenza,  né di rendere un omaggio poco sincero a una pseudo indignazione, politicamente corretta, della crudeltà della caccia. Al di sotto di un quadro raffigurante una scena di uccisione, un cinghiale selvaggio imbalsamato si erge paradossalmente intatto. Nonostante l’intervento dell’imbalsamatore, persiste un sentimento di impenetrabilità. Il museo è ben più di una vasta selezione di oggetti consacrati all’arte della caccia, al contempo, con il proprio edificio, fornisce un favoloso esempio dell’eredità architettonica del Marais. Durante la metà del XVIII secolo, Jean François de Guénégaud de Brosses, segretario del re, disponendo di mezzi colossali, affidò a François Mansart il compito di costruirgli due dimore che fossero state in grado di soddisfare le sue esigenze.

Oggi, il Museo della Caccia e della Natura, anche detto Hôtel de Guénégaud, è l’ultimo dei progetti dell’architetto ad essere stati preservati. Il processo di restauro è stato radicale ed estremamente accurato. Solo la struttura di base dell’edificio è stata mantenuta per rendere possibile in seguito una sistemazione e un’organizzazione dello spazio in linea con la collezione: un sogno raro e prezioso per ogni conservatore. Dal colore delle tende, al parquet, ai soffitti a cassettoni, qualsiasi sistemazione interna è nuova. Pertanto tutto è in armonia e niente è mal assortito. Come si può notare, per esempio, dalla tinta scelta per i colori delle armature e dei telai esterni delle finestre, a primo acchito di un blu vivo sorprendente, ma che in realtà è stato scoperto dopo aver raschiato 17 strati accumulati nel corso dei quattro secoli precedenti; la restaurazione intrapresa è un omaggio alla tradizione del passato e introduce l’edificio con stile ed eleganza al presente e al futuro.

Musée de la chasse et de la Nature, 60, rue des Archives Paris 75003
Chiuso il Lunedi - Métro Rambuteau – tel 01 53 01 92 40
www.chassenature.org